Titolo: Follia (Titolo originale: Asylum)
Autore: Patrick McGrath (Londra, 1950)
Anno
di pubblicazione: 1996
(originale), 1998 (traduzione italiana)
Editore: Adelphi
Traduttore: Matteo Codignola
Copertina nera, con nudo di donna sdraiata e di
spalle. Quando il “vestito” di un libro mi piace, gli resisto difficilmente.
Ecco un accenno al contenuto:
“Le storie d’amore contraddistinte da ossessione sessuale sono un mio
interesse professionale ormai da molti anni.” Inghilterra, 1959. Dall’interno
di un tetro manicomio criminale vittoriano uno psichiatra comincia a esporre,
con apparente distacco, il caso clinico più perturbante che abbia mai
incontrato nella sua carriera- la passione letale fra Stella Raphael, moglie di
un altro psichiatra dell’ospedale, e Edgar Stark, un artista detenuto per un
uxoricidio particolarmente efferato.
photo by me
La storia è tormentosa e si capisce subito che un
happy end non ci sarà. Alla fine chi è tra tutti il più sedotto dalla follia?
Stella, donna insoddisfatta e inquieta, che si lascia andare a una passione
folle e incontrollabile, ad un amore che diventa irrimediabilmente ossessione?
Peter, lo psichiatra narratore, che da presunto relatore oggetivo della vicenda
dimostra poi un interesse ambiguo nei confronti di Edgar e la sua arte e di
Stella come paziente? Oppure è il lettore, che difficilmente si riesce a
staccare da questa storia prima essere arrivato fino in fondo?
Dal libro è stato tratto anche il film omonimo, per
la regia di David MacKenzie. È del 2005 e nel cast ci sono Natasha Richardson,
Ian McKellen, Marton Csokas e Hugh Bonneville.
(Google Immagini)
Come per ogni trasposizione cinematografica di
romanzi, cerco di guardare il film senza pregiudizi, con l’idea che romanzo e
film sono due prodotti artistici distinti e che i tempi della lettura sono
diversi da quelli della visione di un film. Però poi c’è spesso qualcosa che
nel film mi delude e in questo caso è soprattutto la superficialità con cui è
stato trattato il legame tra Stella e suo figlio. Detto questo, gli attori li
ho trovati piuttosto convincenti, alcune scene molto evocative, soprattutto
quella che si ripete in due momenti diversi del film, con l’inquadratura dei
due corridoi nel manicomio.
NOTE: La copia che ho letto l’ho presa in prestito da un’amica di mia
cugina. Le nuove copie hanno purtroppo una copertina del tutto diversa da
quella che vedete nella mia foto.
Se avete già letto il libro e/o visto il film, cosa
ne pensate?
Alessandra

